sabato 17 agosto 2019


DESIDERIO AMOROSO

Massimo Recalcati, "Ritratti del desiderio", Raffaello Cortina Editore, Milano  2018, pp. 113- 114- 115-116.

Se il desiderio maschile e il suo godimento sono governati da un fantasma feticistico, quello femminile, secondo la lezione di Lacan, non è affatto centrato sulla virtù feticistica del "pezzo", ma gravita attorno alla domanda d'amore. Al posto del pezzo, al centro del discorso femminile, è la parola, la frase, la lettera d'amore [...]  Questi due continenti - il desiderio maschile e il desiderio femminile - sono destinati alla deriva, non si armonizzano, non si conciliano tra loro. Per questa ragione Lacan aveva affermato  che "il rapporto sessuale non esiste", come se vi fosse una sfasatura strutturale tra il desiderio maschile - che è desiderio feticistico del pezzo - e quello femminile - che è desiderio amoroso, desiderio che si nutre non di pezzi ma di segni d'amore. [...] Esso è animato dalla mancanza e si rivolge alla mancanza dell'Altro [...] Per questa ragione Lacan ha definito l'amore come saper "donare all'Altro quello che non si ha" [...] Esiste un'altra definizione lacaniana dell'amore, forse meno nota, con la quale si chiude il Seminario X: "L'amore è sempre amore per il nome" [...] "L'amore è sempre amore per il nome" significa che l'amato è amato solo nella sua singolarità irripetibile, per il suo nome proprio, irriproducibile, unico, insostituibile  [...] L'amore per il nome fissa piuttosto  il desiderio, arresta la sua corsa infinita e inutile, lo lega a qualcosa  - un nome particolare - che si presenta come il contrario di un pezzo seriale, come unico e insostituibile.