martedì 21 marzo 2017





RICORDI. Vacanze a Bordighera: (1) Il viaggio.
Arrivammo a Bordighera a notte fonda. Era di giugno nell'anno 1947. Quell'anno presi una brutta broncopolmonite per un colpo di vento freddo mentre giocavo, sudato, in spiaggia. Mi salvò la penicillina arrivata con l'esercito americano. Eravamo partiti da casa "con il primo treno", uscendo alle cinque del mattino anche se la distanza con il "biroccino" si copriva in massimo 20 minuti, per due ragioni: bisognava arrivare prima per sicurezza, e soprattutto bisognava evitare di trovare il passaggio a livello chiuso, in quanto la stazione si trovava al di là delle rotaie e il casellante chiudeva con largo anticipo. Si partiva con "il primo treno" perchè mia mamma non ha mai pensato che potesse esistere un orario da poter usare per studiare le lcoincidenze, e visto che, partendo da San Benedetto Po, avremmo dovuto cambiare svariate volte per arrivare a Bordighera. I cambi di treno erano: Suzzara, Modena, Parma, La Spezia, e poichè prendevamo la prima coincidenza senza controllare se il treno arrivasse a Ventimiglia, anche Genova.
Abbiamo viaggiato tutto il giorno. Con noi aveva viaggiato anche mio fratello Roberto. All'arrivo la mamma aveva gli occhi arrossati. Portava una grossa valigia di "fibra" legata con lo spago, e sembrava affaticata dalla lunga giornata. Ci attendeva fuori della stazione di Bordighera il cugino Joffre, con il suo calesse.