giovedì 5 aprile 2018



ASPETTARE
Irene Nemirovsky
Il malinteso
Adelphi
"si fermò a pettinarsi, diede qualche ritocco al trucco e si cosparse di profumo sulla nuca e sulle braccia, dove lui aveva l’abitudine di baciarla; indossò l’abito preferito di Yves, dispose lei stessa le tazze da tè sul tavolino, versò il porto nella caraffa di vetro scuro che luccicava come un rubino, sistemò i fiori, riempì di sigarette la scatola di lacca verde e nera che veniva da Mosca e che a lui piaceva tanto, piazzò il tutto accanto al fuoco, nel cerchio di luce rosata del lume. E poi cominciò di nuovo ad aspettarlo. Per lei la vita era ormai un continuo aspettare. Aspettare lo squillo del telefono, aspettare le sue visite o l’ora dell’appuntamento... Oh, che atroce supplizio è amare!».