Estratto da “Guerra e Pace.”
Lev Tolstoj
..si consolava della nostra sconfitta col ricordo delle precedenti vittorie.... “Per tutta Mosca correvano le parole del principe Dolgorukov: «Tanto va la gatta al lardo...» il quale si consolava della nostra sconfitta col ricordo delle precedenti vittorie, e si ripetevano le parole di Rastopèin, secondo le quali i soldati francesi si devono eccitare alle battaglie con frasi altisonanti, con i tedeschi si deve ragionare a fil di logica, persuadendoli che è più pericoloso scappare che non andare avanti; ma che i soldati russi si devono soltanto trattenere e pregare: calma, più calma! Da tutte le parti si udivano sempre nuovi racconti su singoli esempi di coraggio dimostrati ad Austerlitz dai nostri ufficiali e dai nostri soldati. Chi aveva salvato una bandiera, chi aveva ucciso cinque francesi, chi aveva caricato da solo cinque cannoni. Si parlava anche di Berg (e chi non lo conosceva?), il quale, ferito alla mano destra, aveva impugnato la sciabola nella sinistra e aveva continuato ad avanzare. Di Bolkonskij non si diceva nulla: solo i suoi più intimi conoscenti rimpiangevano che fosse morto così immaturamente, lasciando la moglie incinta e quel vecchio originale di suo padre.”