sabato 17 agosto 2024

XII. POEMETTO ANACREONTICO. Estratto da "Le poesie liriche" Vincenzo Monti

 


XII. POEMETTO ANACREONTICO.

 Estratto da "Le poesie liriche"

 Vincenzo Monti 

Recensione

La poesia anacreontica è una corrente poetico-letteraria che prende il suo nome dal lirico greco Anacreonte che affrontava temi quali l'amore, l'amicizia, la natura, il divertimento, il vino, la socialità. La poesia di questo secolo XVIII è spesso interamente identificata con il movimento artistico stesso. La nascita di questa corrente si collega al pensiero della brevità della vita, e si tendeva a cogliere il momento (carpe diem), a vivere la propria esistenza in modo esaustivo, senza rinunce o sacrifici, poiché la vita stessa era un momento irripetibile.


POEMETTO ANACREONTICO

1.1 Un industre acheo pittore

1.2 A ragion dipinse Amore

1.3 Non già inerme fanciulletto

1.4 Pauroso semplicetto,

1.5 Ma coll'ale e coll'incarco

1.6 Di turcasso strali ed arco;

1.7 Armi acute rilucenti,

1.8 Armi tutte onnipossenti,

1.9 E ministre di trofei

1.10 Sopra gli uomini e gli dèi.

1.11 Quindi ei vago e stilibondo

1.12 Di dar cruccio a tutto il mondo,

1.13 Cieco dio di voglie instabili,

1.14 Batte i vanni infaticabili;

1.15 E qua e là saetta e punge

1.16 Quanti cor per via raggiunge;

1.17 Ed allor che il pensi meno

1.18 Ei t'arriva e t'apre il seno.

1.19 Ma non serba quel tiranno

1.20 La misura in far del danno.

1.21 Prima sparge l'infedele

1.22 Su le piaghe un po' di mèle;

1.23 Poi dà mano ad un vasetto

1.24 Pien di tôsco maledetto

1.25 Che per nostra disventura

1.26 Porta appeso alla cintura,

1.27 E lo stilla notte e dì

1.28 Sopra i cuori che ferì.

1.29 Ah crudele ingiusto nume!

1.30 S'hai sì barbaro costume,

1.31 E chi mai ti chiamerà

1.32 Un'amabil deità?

1.33 Ma tre volte avventurato,

1.34 Se a gustar m'avessi dato

1.35 Senza fiel senza amarezze

1.36 Le soavi tue dolcezze!

1.37 Ma più ratto d'un momento

1.38 Nacque e sparve il mio contento.

1.39 Una ninfa eridanina

1.40 Di sembianza pellegrina,

1.41 Che palesa quanto belle

1.42 Sian del Po le pastorelle;

1.43 Una ninfa dolce dolce

1.44 Ch'ogni cuor rapisce e molce;

1.45 Con un ciglio che può fare

1.46 Tigri ed orsi innamorare,

1.47 Ciglio nero rubatore,

1.48 Mi legò mi tolse il cuore:

1.49 Ed a pena la guardai

1.50 Che mi piacque, ch'io l'amai;

1.51 Anzi parve ch'io l'amassi

1.52 Prima ancor che la guardassi.

1.53 Mentre io fiso la mirava;

1.54 Ovunqu'ella indirizzava

1.55 Delle luci il bel sereno,

1.56 Ivi i fiori all'erbe in seno

1.57 Rugiadoso il capo alzavano

1.58 E più vaghi diventavano,

1.59 Desíosi d'essere tocchi

1.60 Dal chiaror di quei begli occhi.

1.61 L'aere istesso a lei d'intorno

1.62 Scintillar vedeasi, adorno

1.63 Di faville tremolanti

1.64 Che spargea da' bei sembianti

1.65 Questa cara benedetta

1.66 Vezzosissima angioletta.

1.67 E frattanto i venticelli

1.68 Correan giù dagli arbuscelli

1.69 A lambirle lievemente

1.70 Or la bocca sorridente

1.71 Or le guance porporine

1.72 Or le trecce del bel crine,

1.73 Ben mostrando ai molli fiati

1.74 D'esser tutti innamorati

1.75 Di quel vago e gentil viso

1.76 Che fea in terra un paradiso.

1.77 A tal vista, oh come mai

1.78 Sospirando anch'io bramai

1.79 Di cangiarmi in qualche auretta

1.80 Per volare su la vetta

1.81 Di quei labbri, ivi accogliendo

1.82 Tutta l'alma, e confondendo

1.83 Co' suoi placidi respiri

1.84 Il calor de' miei sospiri!

1.85 Ma, quand'ella in dolci guise

1.86 Riguardommi e poi sorrise,

1.87 A quel guardo, a quel sorriso

1.88 Ch'anche un serpe avría conquiso,

1.89 I nervetti più sottili

1.90 E le fibre più gentili

1.91 Con tremor soave e caro

1.92 Per le membra s'agitaro.

1.93 A quell'impeto, a quel moto,

1.94 Poi che insolito ed ignoto

1.95 Fino all'alma penetrò,

1.96 Ogni forza mi mancò;

1.97 E su i piedi vacillando

1.98 E tremando e palpitando

1.99 Di morire io mi credetti

1.100 Nel pugnar di tanti affetti.

1.101 Cento volte io volli dirle,

1.102 — Bella, io t'amo: — e poi scoprirle

1.103 La mia lingua in van tentò

1.104 Il desío che m'infiammò;

1.105 Chè la voce in su l'uscita

1.106 Cento volte impaurita

1.107 Palesarsi non ardì

1.108 E sul labbro mi morì,

1.109 O cangiossi in un sospiro

1.110 Testimon del mio martiro.

1.111 Alfin senza nulla dire,

1.112 Pien di tema e insiem d'ardire,

1.113 Al mio ben m'avvicinai,

1.114 E al suo fianco mi posai.

1.115 Ci guardammo: e in que' dolcissimi

1.116 Cari sguardi languidissimi

1.117 Col silenzio mille cose

1.118 Disser l'anime amorose.

1.119 Mentre muto io non sapea

1.120 Aprir labbro e mi credea

1.121 D'aver tronca la favella,

1.122 — Perchè tanto, alfin diss'ella,

1.123 Tu mi guardi, e il core in petto

1.124 Ti sospira, o giovinetto? —

1.125 — Bella ninfa, io rispondei,

1.126 Anch'io forse ti vedrei

1.127 Sospirar, se un sol momento

1.128 Tu provassi quel ch'io sento. —

1.129 Ella rise, e si compiacque

1.130 D'ascoltar ch'io l'amo, e tacque:

1.131 Poi mi diede un porporino

1.132 Ben tessuto fiorellino,

1.133 Ch'io baciai di amor ripieno

1.134 Mille volte o poco meno:

1.135 E la man che mel donò

1.136 Sul mio petto l'adattò,

1.137 Ove ascoso il porto ancora

1.138 Per portarlo infin ch'io mora.

1.139 Volli anch'io di fede in pegno

1.140 Del mio amor lasciarle un segno;

1.141 Ed in cambio di quel fiore

1.142 Le donai, non mica il core,

1.143 Chè due volte non potea

1.144 Darlo a lei che già il tenea,

1.145 Ma un bel nastro variato

1.146 Di colore delicato;

1.147 E la sorte oh quanto mai

1.148 Del mio nastro invidiai!

1.149 Quando il prese e poi legollo

1.150 Al ritondo eburneo collo.

1.151 Crudo Amore, Amor ingrato;

1.152 Ahi! che troppo fortunato

1.153 In quel punto io ti parea,

1.154 Se una mano ingiusta e rea

1.155 Non spargeva i tuoi tormenti

1.156 Sul più bel de' miei contenti.

1.157 Oh contenti, oh rimembranze,

1.158 Oh dilette mie speranze!

1.159 V'ho perdute, e non son morto

1.160 D'amarezza e di sconforto?

1.161 Giacchè sparso d'orror fosco

1.162 Tutto intorno tace il bosco,

1.163 E la mesta aura romita

1.164 Solo a piangere n'invita;

1.165 Occhi miei, che far volete

1.166 Se qui dunque non piangete?

1.167 L'idol mio non è più mio,

1.168 Chè un rival me lo rapìo.

1.169 Solitudini secrete,

1.170 Selve tetre ed inamene,

1.171 Qual ristoro mi darete

1.172 Senza il volto del mio bene?

1.173 Voi che siete e che son io

1.174 Senza il caro idolo mio?

1.175 Ah, se mai tra queste spesse

1.176 Piante amiche il piè volgesse

1.177 L'indiscreto invidioso

1.178 Turbator del mio riposo;

1.179 Già non chieggo che a' miei prieghi

1.180 La vostr'ombra a lui si nieghi,

1.181 Che per lui tra sassi l'onda

1.182 Roco e mesto il suon diffonda,

1.183 O che il vento e gli antri bui

1.184 Sian funesti ai sonni sui;

1.185 Chieggo solo che a lui stesso

1.186 Qualche tronco di cipresso

1.187 Dica il pianto che distilla

1.188 L'una e l'altra mia pupilla,

1.189 Dica il duol che si fa gioco

1.190 Del mio core, e a poco a poco

1.191 Dai tormenti indebolita

1.192 Fa mancarmi in sen la vita;

1.193 Come soffio di leggiero

1.194 Venticello passeggiero,

1.195 Che calando dalle cupe

1.196 Grotte alpestri d'una rupe

1.197 In suon basso e moribondo

1.198 Fra la tenebra notturna

1.199 Va a disperdersi nel fondo

1.200 D'una valle taciturna.

1.201 Ma che giovan le querele,

1.202 Se l'affanno mio crudele

1.203 Diventò lo schermo acerbo

1.204 Del nemico mio superbo?

1.205 Che non fece e non tentò,

1.206 E qual'arte risparmiò

1.207 Quel rival, per tôrmi, oh Dio!,

1.208 La mia speme e l'amor mio?

1.209 Ei garzon di bell'aspetto

1.210 (E lo dico a mio dispetto);

1.211 C'ha due rose su le guance,

1.212 E negli occhi tien due lance

1.213 Onde far strage e ruina

1.214 D'ogni bella madamina;

1.215 C'ha le ciocche dei capelli

1.216 Ben disposte in torti anelli,

1.217 Ove Amor con reti e piaghe

1.218 Guasta il cor di tante vaghe;

1.219 Che sul labbro ha sempre i favi

1.220 D'eloquenza i più soavi,

1.221 Mescolati alle natìe

1.222 Veneziane furberìe;

1.223 Egli vide (oh giorno, oh vista

1.224 Per me sempre amara e trista!)

1.225 Della ninfa il bel sembiante,

1.226 E restonne anch'egli amante;

1.227 E giurò due volte o tre

1.228 Pe' suoi ricci e pel tupè

1.229 Di voler senza dimore

1.230 Conquistarsi ancor quel core.

1.231 Colla brama e col talento

1.232 D'adempire il giuramento

1.233 Alzò al ciel devoto i lumi

1.234 Invocando tutti i numi;

1.235 Ma le preci rivolgea

1.236 Sopra tutto a Citeréa

1.237 E al suo figlio che difende

1.238 Degli amanti le vicende.

1.239 Quindi all'uno e all'altra insieme,

1.240 Coraggioso e pien di speme,

1.241 Già fatt'emulo e seguace

1.242 Di quel chiaro inglese audace

1.243 Che con forbici improvvise

1.244 Di Belinda il crin recise,

1.245 Di Belinda il crin che poi

1.246 Pianser tanto i Silfi suoi;

1.247 Nella stanza ai riti eletta

1.248 Della lucida toletta,

1.249 Fra manteche fra pastiglie

1.250 E d'aranci e di giunchiglie,

1.251 Fra tinture fra vasetti

1.252 Specchi polveri e fiocchetti,

1.253 Sopra un terso tavolino

1.254 Tosto innalza un altarino

1.255 Fabbricato di amorosi

1.256 Sei romanzi spiritosi

1.257 Fertilissimi di strane

1.258 Novellette oltramontane;

1.259 Poi su questi riverente

1.260 Pone un guanto gentilmente

1.261 Un ventaglio due merletti

1.262 E due fini manichetti

1.263 E altri arnesi guadagnati

1.264 Negli amor dei tempi andati.

1.265 Ben disposte queste cose,

1.266 Con tre lettere amorose

1.267 L'ara accende; e pien d'affetto

1.268 Dal profondo del suo petto

1.269 Esalando con tre fiati

1.270 Tre sospiri appassionati,

1.271 Cresce il foco; che bel bello

1.272 Tutto investe l'altarello.

1.273 Poscia, umìle inginocchiandosi

1.274 E le mani incrocicchiandosi,

1.275 Formò questi preghi ardenti:

1.276 — O delizia de' viventi,

1.277 Dea gentil che accende i petti

1.278 De' leggiadri giovinetti,

1.279 E maestra ognor di vari

1.280 Tradimenti necessari

1.281 Assottigli il capo infido

1.282 De' seguaci di Cupido;

1.283 E tu vago garzoncello,

1.284 Della madre non men bello,

1.285 Che ti pasci di spergiuri

1.286 E di fervidi scongiuri,

1.287 Ingannando le ritrose

1.288 Donzellette timorose;

1.289 Se il mio volto ha mai saputo

1.290 Per vostr'opra e vostro aiuto

1.291 Cento donne innamorare;

1.292 Se mai feci spasimare

1.293 Di furor di gelosia

1.294 La sconvolta fantasia

1.295 Dei mariti vigilanti,

1.296 Che stan sempre palpitanti

1.297 Sul periglio delle spose

1.298 Troppo amabili e vezzose;

1.299 Se volubile e incostante

1.300 Sempre fui di tutte amante,

1.301 E adorai la deità

1.302 Della bella infedeltà;

1.303 Se per vostro onor pugnai,

1.304 E pugnando trionfai;

1.305 Chieggo e prego a voi rivolto

1.306 Che aumentar non mi sia tolto

1.307 Coll'acquisto di costei

1.308 Lo splendor de' miei trofei. —

1.309 Così disse: e Amor l'udia

1.310 Della madre in compagnia,

1.311 E ridendo gli accordò

1.312 La preghiera; e poi spruzzò

1.313 Su la fronte e su le gote

1.314 Del devoto sacerdote

1.315 Una scelta quintessenza

1.316 Di bei vezzi e di avvenenza;

1.317 E dettògli indi un cortese

1.318 Complimento alla francese,

1.319 Con cui lieto alfin dovea

1.320 Presentarsi alla sua dea.

1.321 Di quest'armi egli si valse,

1.322 E con queste alfin l'assalse.

1.323 Ella intanto a'suoi lamenti

1.324 Sciolse il labbro in questi accenti:

1.325 — Dolci aurette che spirate,

1.326 Deh temprate

1.327 Il mio duol l'affanno mio;

1.328 Chè così non posso, oh dio!,

1.329 Questa vita sostener. —

1.330 Alle note sue dogliose

1.331 Per pietà l'eco rispose;

1.332 E l'aurette sussurranti

1.333 S'agitaro a lei davanti

1.334 Per temprarle gli affannosi

1.335 Crudi ardori tormentosi.

1.336 Ella intanto i suoi lamenti

1.337 Rinnovò con questi accenti:

1.338 — Non so dir se pena sia

1.339 Quel ch'io provo, o sia contento:

1.340 Ma se pena è quel ch'io sento,

1.341 Oh che amabile penar!

1.342 È un penar che mi consola,

1.343 Che m'invola ogn'altro affetto,

1.344 Che mi desta un nuovo in petto

1.345 Ma soave palpitar. —

1.346 In tal guisa ella cantò,

1.347 E qui tacque e sospirò.

1.348 E il garzon che vinto avea,

1.349 Ringraziando Citeréa,

1.350 — Altro, disse, or più non voglio: —

1.351 E lo disse con orgoglio.

1.352 Crudelissima Amarille,

1.353 Tu le chete ore tranquille

1.354 De' miei giorni intorbidasti,

1.355 Poi nel pianto mi lasciasti;

1.356 Tu non pensi ai mali miei,

1.357 E pietosa più non sei:

1.358 Ma io non posso abbandonarti

1.359 Benchè ingrata; e voglio amarti

1.360 Finch'io vivo; e t'amerò

1.361 Quando morto ancor sarò.